2 cuori, 4 cani e una capanna

Come sempre è iniziata l’estate e quella voglia di avventura che ci accompagna dalla stagione invernale, passata con gite sulla neve e per boschi coi lupi, ci porta a prendere il calendario in mano ed a scegliere una meta. Ora la cosa però si fa più complessa non si tratta più di un giorno o poche ore e poi via si torna a casa ma parliamo di due giorni, spendendo il meno possibile e restando immersi nella natura. La soluzione appare ovvia, due cuori, quattro cani ed una capanna.

Il lavoro nobilita l’uomo si sa ma quando il venerdì sera si finisce il turno in ufficio per essere catapultati nelle ferie estive questa massima lascia un po’ il tempo che trova. Armato di tenda e kennel in un battito d’ali sono già in auto pronto a percorrere quei 90 minuti di strada che mi separano da Marta e da tutti i lupi. Arrivo a destinazione ed è ormai tempo di dormire, infatti Marta dorme profondamente mentre io ci metto qualche ora ad addormentarmi ed ormai è mattina. Un urlo in giardino ci fa da sveglia, è il Tenente Palletta che richiama tutti al rapporto. Ci si alza si carica l’auto, ci si dirige in autostrada arriviamo quasi al casello e.. “Amore ho dimenticato la torta salata sul tavolo”. Giro l’auto e corro a porre rimedio al mio malanno, ricordandomi durante i 5 minuti di tragitto altre cose che avevo tragicamente dimenticato a casa. Fortunatamente non avevo dimenticato di caricare nessuno dei nostri 4 compagni d’avventure.

Finalmente riusciamo a partire, molto lentamente perché Elly, Eden e Spaz sono già ben rodati ma Palletta no e soffre il mal d’auto. I minuti passano e la macchina macina sempre più chilometri, manca poco ormai e in lontananza si scorge il lago di Barcis! Dopo la curva il campeggio, saliamo lungo la strada che funge da ingresso e salutiamo “Ehi si ciao siamo noi, quelli con tanti cani”. Scarichiamo l’auto, piantiamo la tenda et voilà l’accampamento è montato, i cani si sono già più che ambientati ed attendo con impazienza il taglio della torta salata che tanto hanno ammirato in auto. Purtroppo per loro però quella prelibatezza era il nostro pranzo.

Veloci come ci siamo accampati leghiamo i cani e ci avviamo verso il lago, Anja sembra essersi dimenticata di essere un Husky credendo momentaneamente di far parte dei cani da salvataggio in acqua. Impavida si lancia verso il bordo del ponte e con un urlo che farebbe invidia a Tarzan cerca di buttarsi in acqua. Fortunatamente però Marta aveva previsto tutto, ferma la piccola labrador e le ricorda che gli Husky fanno tutt’altro lavoro, lei di tutta risposta prova nuovamente a tuffarsi giù. Si cammina verso il bar e il punto d’informazioni dove chiediamo quale sia il luogo adatto per far nuotare la piccola prima che ci saltino del tutto i nervi. Ricevuta risposta andiamo verso una piccola spiaggia dove munita di lunghina Anja prende letteralmente il largo andando alla ricerca del mostro del lago di Barcis.

Il bel tempo lascia il posto ai nuvoloni e poco dopo inizia a piovere quindi tristemente ritorniamo verso il campeggio dove ad attenderci troviamo una tenda ed un materassino che ci regalano qualche bel sogno in attesa del sole. Ben presto però ci si rimette in marcia, obiettivo: sentiero del Dint e punti d’osservazione sulla gola.

Eden con Anja e Spaz con Elettra ci accompagnano sul sentiero mentre in silenzio escogitano dei sistemi sempre più elaborati per ucciderci tagliandoci la strada o semplicemente partendo a razzo nella direzione opposta. È la prima camminata in montagna per le due cucciole e gli adulti hanno il loro bel da fare per tenerle in riga stancandosi ancor prima di imboccare il primo bivio, lasciando quindi a noi l’arduo compito di gestire la loro follia. Tra curve, rettilinei e boschi si arriva comunque alla meta più rilassati di quando siamo partiti, ci fermiamo a guardare il paesaggio pensando ad Eva e Baloo rimasti a casa ad aspettarci.

La giornata passa in fretta come tutte le belle cose, velocemente scende la notte ed altrettanto velocemente arriva la domenica è ora di sbaraccare ma prima: facciamo un giro in paese. Seguendo il tracciato lungolago ci dirigiamo verso il centro abitato, è un susseguirsi di persone che ci fermano per salutare i nostri lupi e scambiare quattro parole con noi. Ad ora di pranzo facciamo una pausa in centro al paese dove una folla di persone uscite dalla chiesa inizia a fotografare questi insoliti 4 cani mentre noi cerchiamo una merenda (una signora aveva già pensato di regalare due panini alle pance dei lupi ma noi eravamo ancora a secco). Ultimato il pranzo scendiamo nuovamente verso il campeggio, tristi e stanchi ma soddisfatti anche se non ancora del tutto pronti ad abbandonare quella dimora improvvisata tra alberi e sassi che ci ha permesso di vivere due giorni in tranquillità nella natura.

Una volta smontato ci resta solo il tempo di salutare i vicini di piazzole e ringraziare lo staff del campeggio San Francesco che ci ha accolti a braccia aperte mostrandoci una cordialità ed una disponibilità che ci porterà a tornare molto presto in quei luoghi per passare qualche altro giorno di serenità.

Stefano

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