Un nuovo mondo da esplorare..

Dopo aver viaggiato con Marta alla scoperta del Carso e del territorio friulano finalmente è arrivato il mio turno di fare il cicerone portandola alla scoperta del Veneto, più precisamente della zona del Piave.. È la prima volta dopo tanto tempo che porto qualcuno con me nelle uscite con Spaz. Oggi invece di pensare solo a cosa portare dietro per garantire a noi un uscita senza inconvenienti (acqua, sacchetti, fazzoletti ecc ecc) , ripasso anche mentalmente il percorso da fare. Qualche piccolo cenno storico mescolato a un po’ di tradizione condito da qualche goccio di ricordi e il gioco è presto fatto si sale in auto e subito inizia l’interrogazione:

“Dove mi porti?”

“In un posto dove ho sempre voluto andare in dolce compagnia ma purtroppo dovevo andarci sempre solo. È una zona tutelata da Legambiente, ricca di animali ed alberi caratterizzata da numerose risorgive in cui è stato creato un percorso didattico / naturalistico. In verità il giro partirebbe da qui, dal centro di Falzè di Piave ma non abbiamo molto tempo quindi partiremo direttamente dal parcheggio dell’Oasi fontane bianche.”

“Ok, se è così bello ci torneremo, no? Ma i cani sono ammessi?”

“Che scherzi, certo che si, ci andavamo sempre io e Spaz la scorsa estate”

“Mi sa i lupi si divertiranno, anche se oggi fa caldissimo”

“Eccoci arrivati.. vedi, non è il carso, sopra di noi si sono alberi alti e non bassi cespugli che rendono la zona ombreggiata. La terra non è rossa e brulla come il tuo Carso, ma fertile e scorre l’acqua fresca e limpida. Poi se avremo fortuna incontreremo un signore che conosce il posto come le sue tasche.. Ha un figlio disabile e sicuramente ci racconterà qualche altra storia su questo posto..”

Usciamo in quel momento dalla strada asfaltata per imboccare una stradina di campagna sulla sinistra che sembrerebbe non portare da nessuna parte, poi il panorama inizia a cambiare fino ad arrivare al parcheggio dove i sassi lasciano il posto ad erba, passerelle in legno ed acqua. La cosa non può passare inosservata, ne a noi ne ai cani che si immergono subito per fare il primo di tanti bagni rinfrescanti. A fatica li spostiamo dal primo ruscello e ci apprestiamo ad entrare nel percorso naturalistico immerso nel verde della boscaglia.

Auto e asfalto ormai sono un pensiero distante; hanno definitivamente lasciato il posto a libellule, fiori e farfalle. I lupi camminano come solo loro sanno fare, seguono i comandi tutti con le orecchie rivolte a noi, dietro di loro, in attenzione. Anche “il piccio” ha imparato a farlo, le tira indietro mentre trotterella sorridente insieme ai suoi compagni più grandi quando arrivati ad una curva avvisa Baloo che qui si può scendere in acqua. Il nostro orso ci tira tutti dentro approfittandone per mettere le sue zampone al fresco e farsi coccolare da Marta mentre Elettra e Spaz giocano nel fiume come fossero bambini.

Arriva presto il momento di rientrare e sulla via del ritorno ecco che vediamo spuntare dalla boscaglia un signore a torso nudo con un bastone ed uno zaino, discute con altra persona ma ci viene subito incontro. È il personaggio di cui avevo parlato poco tempo prima a Marta, inizia subito a parlarci di suo figlio disabile e delle fontane bianche, della vegetazione e degli animali portandoci a vedere una fila di alberi intaccati da una malattia o da un parassita che lentamente li sta divorando.

Purtroppo il tempo a nostra disposizione è terminato e a malincuore dobbiamo partire per andare a fare un altro passo per raggiungere un obiettivo che ci porterà a poter tornare a visitare più spesso questo luogo fuori dal mondo.

Stefano

Sito:_ Legambiente – Oasi Fontane Bianche

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